Rum dei Caraibi

I rum caraibici nell’immaginario collettivo richiamano spesso le temibili navi dei pirati e il sapore scuro, deciso, adatto solo ai palati “forti”. A dire il vero dietro la tradizione ultracentenaria dei rum caraibici c’è molto di più delle avventure in mare e nelle righe che seguono proveremo a sintetizzarne l’animo, la storia e le proprietà organolettiche che li qualificano come i migliori al mondo.

Una storia di colonizzazioni e schiavitù

Il rum del Caraibi è chiamato in tre modi diversi a seconda della zona di provenienza, o meglio, a seconda del popolo che in passato colonizzò le varie regioni di cui si compongono.
Per l’esattezza i Caraibi sono una regione delle Americhe che comprende tutti i Paesi che confinano con il Mar Caraibico e dalle isola comprese tra il Golfo del Messico, dal Mar dei Caraibi e dell’Oceano Atlantico.
Questa zona è stata storicamente in mano ai colonizzatori europei che hanno importato merci, alimenti, ricette e conoscenze tra cui, per l’appunto, l'arte della distillazione. Agli autoctoni, tuttavia, toccò l’amara sorte della schiavitù presso le piantagioni di zucchero ma è proprio questo triste incontro che diede vita al rum caraibico così come è apprezzato ai nostri giorni in tutto il globo.

Molti esperti, difatti, ritengono che i procedimenti e la ricetta che hanno reso il rum dei Caraibi quello che conosciamo oggi provengano proprio dalle abilità dei caraibici e non di certo al merito dei colonizzatori. Potremmo dire che questo prodotto sia il risultato dell’influenza europea e dell’importante contribuito degli abitanti del posto. Oggi il rum caraibico ha tre denominazioni che per un inesperto potrebbero far riferimento allo stesso prodotto anche se già immagini che non sia affatto così.

I rum dei Caraibi e le differenti influenze culturali

In particolare si parla di rum, ron e rhum per distinguere distillati provenienti, rispettivamente, dalla cultura inglese, spagnola e francese. Ogni filone culturale ha dato vita a quello che oggi rientra nel grande mondo dei rum caraibici pur delineandosi nel tempo in differenti proprietà organolettiche dovute alle influenze culturali così diverse tra loro. Ancora oggi riscuote fascino la netta distinzione tra i rum locali che si percepisce spostandosi di una manciata di chilometri tra una zona e l’altra.

La tradizione ha mantenuto molto nette le differenze tra i rum caraibici per cui quelli di matrice inglese ne reclamano la unica e sola paternità. Per contro quelli di matrice spagnola, i ron, ritengono che spetti proprio a loro il merito di aver individuato tecniche di distillazione tali da ottimizzare l’invecchiamento dando vita a distillati superiori. Infine i rhum di matrice francese sono soliti porre il vanto di aver sperimentato l’unica ricetta vera che consiste nella distillazione del succo di canna da zucchero al posto della melassa. A chi dare ragione?

Volendo fare della dietrologia spicciola possiamo dire che la scuola inglese sia caratterizzata dalle influenze della distillazione del Whisky così come quella francese richiami le tecniche con cui si ottiene il Cognac. Anche le influenze spagnole possono essere riconosciute dalle tecniche di distillazione tipiche che si rifanno, ovviamente, alla produzione di Brandy. Le differenti modalità di produzione e la nomenclatura sono chiaramente questioni da esperti ma che potrebbero risultare di grande interesse anche per chi si approccia per la prima volta alla storia e alle caratteristiche del rum. Per chiarezza i rum caraibici possono essere organizzati per “matrice culturale” come nel riepilogo che ti mostriamo qui di seguito.