Come si produce il Gin?
Il gin è un famoso distillato di cereali aromatizzato con botanicals, ovvero ingredienti come ginepro, spezie, bacche e agrumi scelti dal mastro distillatore.
Si tratta di un liquido alcolico da utilizzarsi esclusivamente miscelato con altri ingredienti per la realizzazione di ottimi cocktail, a differenza di altri distillati che nascono per essere gustati da soli, vedi whisky, rum, brandy, grappa, cognac…
Il mercato attuale offre una incredibile varietà di Gin, commerciali o meno, per cui gli ingredienti con cui sono aromatizzati oggi sono aumentati e sono diventati tra i più insoliti.
Questo rende il gin una bevanda quasi artistica, la cui realizzazione è interamente affidata alla sapiente mano del distillatore che può sperimentare sensazioni e gusti differenti, a partire da botanicals unici e creativi.
Le origini insolite
Il Gin è un distillato di origine olandese, importato dal regno inglese e poi naturalizzato.
Il primo gin risale al 1658 a cura di De La Boe, un farmacista la cui ricetta è utilizzata ancora oggi e che studiava metodi risolutivi per i disturbi della digestione.
Con lo studio delle erbe e delle distillazioni, giunse alla soluzione della distillazione di frumento e orzo, a cui aggiunse il ginepro per migliorare la tonalità del sapore.
Chiamò il risultato ottenuto Jenever e creò, quasi inconsapevolmente, il primo Gin al mondo.
Divenne ben presto molto apprezzato e richiesto da chi soffriva di problemi intestinali e cardiocircolatori.
L’importazione divenne una piaga sociale
Gli inglesi mostrarono da subito interesse per Il Jenever tanto da volerlo importare a tutti i costi perché, rispetto al loro whisky, esso appariva dal gusto più piacevole e dai costi di produzione decisamente ridotti.
Divenne in pochi anni un distillato prodotto in Inghilterra il cui basso costo e l’incredibile produzione fecero del gin una vera e propria piaga sociale.
Veniva bevuto da tutti, a tutti le ore.
Donne in gravidanza e bambini, soldati e operai: tutti erano inebriati dal gin a costo bassissimo per cui le amministrazioni impiegarono lunghi anni di procedimenti, tassazioni e proibizioni per far rientrare il problema dell’alcolismo sistemico dilagante.
La produzione originaria e attuale del Gin
Il gin, oggi come allora, si produce con un processo rimasto uguale nel tempo.
Ciò che è cambiato è l’impiego di macchinari, via via più evoluti costituiti dagli alambicchi a colonna. La prima fase di produzione riguarda l’orzo e il frumento.
Essi vengono fatti fermentare tramite una distillazione preliminare funzionale a ricavare un tipo di alcol etilico di base. A questo verrà aggiunta una miscela di erbe, spezie o bacche in macerazione.
Il tipo di miscela varia da mastro a mastro, sebbene ciò che non manca mai è una corposa base di bacche di ginepro, le quali donano al gin la leggerezza del sapore.
La fase di fermentazione con la miscela di botanicals è ciò che varia il risultato finale.
Esso può essere imbottigliato sia giovane che maturato. In questo caso il distillato viene messo a maturare in botti di legno che ne amplificheranno i sapori, i profumi e le sensazioni.
L’importanza dei Botanicals
Essi sono la parte fondamentale del prodotto finale.
Come avrete notato la fase di lavorazione è semplice e non richiede particolari premure.
Ciò che può effettivamente dare origine a sapori particolari ed inediti è la particolare composizione di Botanicals che, posti in macerazione con i cereali fermentati, darà origine al vero sapore finale del Gin.
I principali Botanicals impiegati sono cinque o sei, sebbene l’attuale produzione sia orientata verso edizioni innovative e creative come il gin Jinzu realizzato oltre che con alcuni classiche spezie, anche con limoni yuzu e sake giapponese.
Vediamo i più classici.
Ginepro
Il ginepro è l’ingrediente originario le cui bacche sono macerate e impiegate nella macerazione.
L’utilizzo di bacche di ginepro è espressamente previsto dalla legge che ne norma la produzione.
Coriandolo
Il coriandolo viene impiegato tramite i semi della pianta. Esso conferisce un sapore speziato e aromatico che può variare a seconda del tipo di pianta impiegata.
Il coriandolo marocchino, per esempio, dona un effetto pimpante e peposo. Il coriandolo proveniente dall’est Europa, invece, dona un gusto fruttato e floreale.
Angelica
Dell’angelica sono solitamente impiegate le radici e serve principalmente a bilanciare gli ingredienti delle varie miscele di botanicals impiegate.
Essa omogenizza il risultato finale dando, tuttavia, un gusto di terra e legno che evocano sensazioni naturali e boschive.
Agrumi
Con le scorze degli agrumi, generalmente utilizzate per i Gin più costosi e prestigiosi, si ottengono sapori fruttati e decisi inimitabili.
Uno dei Gin più famoso la cui fermentazione prevede gli agrumi è il Beefeater, un Gin che arriva a costare quasi duecento euro a bottiglia.
Iris Germanica e Pallida
Queste due piante conferiscono al gin un effetto che interviene più sull’odore che sul sapore.
Esse si rivelano particolarmente utili nella fermentazione perché trattengono incredibilmente le parti aromatiche dei botanicals più volatili e, quindi, esaltano i sapori degli ingredienti miscelati.
Mandorla, cannella e altri
Questi sono i botanicals meno utilizzati ma comunque impiegati per la produzione di Gin.
Assieme a questi figurano anche liquirizia, noce moscata, cardamomo, rosmarino e menta.
Questi ingredienti costruiscono i Gin più di nicchia, con sapori insoliti e prestigiosi.
Tipi di Gin e imbottigliamenti
I Gin in commercio sono molto differenti tra loro e sono normati dall’Unione Europea con una classifica ufficiale che divide la produzione in quattro tipologie: Gin classico, Gin distillato, Spirits aromatizzati a base di ginepro e London Dry Gin.
Gin
Il Gin si produce con aggiunta di Botanicals direttamente nel fermento di cereali con una concentrazione alcolica al 96%.
Esso non viene sottoposto a doppia fermentazione ma si anima in una unica fase che dà vita ad un gin alcolico al 37,5% vol. e che si imbottiglia giovane, appena dopo la fase di fermentazione.
Gin Distillato
Similmente al Gin Classico questa tipologia è ottenuta dalla distillazione di alcol rettificato al 96% con la miscela di bacche di Ginepro e botanicals.
La miscela di botanicals non prevede una lista rigida di ingredienti e ammette la presenza di aromi naturali.
Il Gin Distillato deve possedere una concentrazione alcolica pari al 37,5% vol. prima dell’imbottigliatura e, a differenza del precedente, può essere diluito con acqua oppure miscelato con altro alcol fermentato rettificato.
London Dry Gin
Questo è completamente uguale al Gin distillato, con la differenza che non prevede assolutamente l’aggiunta di aromi.
Il fatto che si chiami London Dry Gin non è sinonimo di area protetta di produzione ma può essere prodotto in qualsiasi parte del mondo.
Spirits aromatizzati con ginepro
Questo tipo di Gin prevede l’ammissione di aggiunta di aromi alla miscela di distillazione e un rapporto di imbottigliatura con un preciso rapporto tra alcol e volume pari al 30%.
Il Gin nel mondo
Sebbene si tratti di un distillato tradizionalmente parte della cultura inglese, oggi il primato di consumo appartiene ai filippini per via dell’impiego nel cocktail Gim Pom, ovvero un long drink a base di gin e succo di pomelo.
Al secondo posto per consumo si colloca la Slovacchia, il cui Gin è un distillato liquoroso a base di bacche di ginepro e detto Borovicka.
Il Gin, oggi, è un vero e proprio fenomeno in “fermento” perché attira sempre più investitori sul settore, al punto che nascono e si moltiplicano le case di produzione e i gin bar.
Un esempio è Milano, patria indiscussa di micro distillerie che sperimentano gli effetti delle essenze botaniche in alambicchi che lavorano in loco.
Una vera e propria mania che ha visto l’introduzione di ricette sempre più innovative rispetto alla tradizionale produzione ottocentesca.
Ultimo aggiornamento 26 Maggio 2022