Differenza tra whisky e whiskey: esiste davvero?
La differenza tra whisky e whiskey per un esperto esiste eccome anche se la maggior parte delle persone tende a fare una certa confusione.
Gli amanti di questo distillato potrebbero inorridire davanti a una domanda del genere perché si tratta di una distinzione fondamentale che pone a confronto la Scozia e l’Irlanda, due potenze che reclamano a gran voce le origini del distillato.
Ecco perché la prima differenza da imparare è che il Whisky è scozzese (scotch whisky) mentre il Whiskey è irlandese (Irish whiskey), anche se le difformità sono più radicate e profonde del semplice nome.
Esse riguardano le modalità di produzione, la storia e le tradizioni delle distillerie che sono diventate celebri in tutto il mondo.
Quali sono le differenze? Quali le similitudini? Ecco finalmente un chiarimento esaustivo grazie al quale non farai più confusione.
Non è solo questione di etichetta
Come anticipato poc’anzi e differenze tra Whisky e Whiskey vanno ben oltre ciò che è riportato sull’etichetta o sul Paese di produzione.
Ad influire ci sono sicuramente le caratteristiche organolettiche, le pratiche e le regioni geografiche di produzione del whisky che caratterizzano i sapori.
Di norma si ritiene che il distillato scozzese sia decisamente più robusto e torbato mentre quello irlandese sia delicato e più aromatizzato ai cereali.
Il motivo è dovuto ai malti irlandesi, tradizionalmente più equilibrati di quelli scozzesi che però non conservano i tratti distintivi dei terreni di origine come accade per gli scozzesi intensi, ingombranti e torbati.
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Differenze tecniche tra Whisky e Whiskey
Un’altra sostanziale differenza tra whisky e whiskey risiede nei metodi di distillazione che per il whisky è doppia mentre per il whiskey è tripla.
Il risultato di una distillazione doppia è più intenso di quella irlandese ed è dovuta al fatto che non viene impiegato l’orzo non maltato per cui è necessaria una distillazione aggiuntiva.
Il whisky scozzese, al contrario, è prodotto con malto d’orzo e, quindi, sono sufficienti due distillazioni.
Infine l’essicazione del malto segue procedimenti differenti tra Scozia e Irlanda.
In pratica in Scozia questo viene essiccato in forni alimentati con la torba e per cui i cereali si aromatizzano entrando in contatto con il fumo.
È per questo che i whisky scozzesi hanno tutti un sentore affumicato e salmastro mentre quelli irlandesi conservano gli aromi di malto e miele, risultando più equilibrati e docili sul palato.
A livello tecnico, infine, per le distillazioni scozzesi vengono utilizzati alambicchi continui mentre in Irlanda si utilizzano quelli discontinui.
Invecchiamento e altri competitor
Infine ciò che determina le differenze tra whisky e whiskey è l’invecchiamento che determina una sorta di legame territoriale riconoscibile ai palati più preparati sull’argomento.
Entrambi i distillati sono invecchiati in botti di legno di quercia ma quello irlandese matura da tre a sette anni mentre quello scozzese ha tempi di maturazione più lunghi.
A questi si aggiunge un terzo competitor che reclama la sua importanza sul mercato mondiale, ovvero la produzione americana.
Quindi per non fare confusione e mettere in chiaro una volta per tutte le differenze tra whisky e whiskey ti spiegheremo brevemente le peculiarità di ognuna delle tipologie.
Il Whisky scozzese
Il whisky scozzese è uno dei distillati tra i più complessi al mondo. È preparato con puro malto d’orzo indicato in etichetta con la sigla “single malt”.
La maltazione dell’orzo con cui si trasformano gli zuccheri del cereale prevede una germinazione del chicco che viene idratato e poi fatto essiccare nei forni alimentati a torba, un composto organico che si crea sui fondali marini della zona in cui si depositano insetti e flora morta che si decompone.
La torba è la caratteristica saliente del whisky scozzese ed è ciò che conferisce il particolare aroma salmastro e affumicato.
Una volta avvenuta l’essiccazione il mosto viene spostato a fermentare con lieviti che trasformeranno gli zuccheri in alcol a circa otto gradi, pronto per la distillazione. Questa fase avviene con alambicchi a due tempi.
L’invecchiamento del whisky avviene secondo le tecniche della distilleria e quindi varia al variare del tipo di legno aromatizzato che viene impiegato per le botti, precedentemente utilizzate per altri distillati che ne influenzano gli aromi.
La legge prevede che il whisky scozzese debba invecchiare almeno tre anni anche se i tempi ottimali di maturazione sono di gran lunga superiori.
Questi distillati si caratterizzano anche e soprattutto per l’area geografica di produzione e le zone di maggior rilievo sono le Islands, lo Speyside e le Highlands.
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Il Whiskey irlandese e americano
Il whiskey irlandese segue, come abbiamo visto, processi di distillazione molto differenti e senza l’impiego della torba.
Difatti il malto impiegato si ottiene attraverso un particolare processo che lo rende dolce e profumato o, come viene spesso descritto, rotondo ed equilibrato.
Nel processo viene impiegato anche l’orzo non maltato che richiede una terza distillazione per alleggerire il sapore più ingombrante. Il numero delle distillazioni è influenzato anche dal tipo di alambicco utilizzato che, in Irlanda, è generalmente più grande.
Esiste anche un’altra varietà di Whiskey che, tuttavia, ha origini americane. Il più famoso Whiskey USA è il Bourbon, il distillato originario del Kentucky.
Per produrlo vengono impiegati cereali misti tra cui orzo e mais e l’invecchiamento dura due anni, durante i quali il distillato si aromatizza con sapori delicati e dolciastri come il caramello o la vaniglia.
Un’altra tipologia è quella realizzata con segale, orzo e avena come il Tennessee.
Ovviamente il mondo dei distillati di cereali è molto più ampi odi questo approfondimento ma siamo certi che tu abbia compreso quanto meno le basi delle differenze tra Whisky e Whiskey e che hai acquisito le conoscenze fondamentali per addentrarti in questo favoloso mondo che accoglie ogni giorno sempre nuovi e fedeli appassionati.
Ultimo aggiornamento 26 Gennaio 2024